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Isaia
Cap.- 10
vv 5-19
“Assiria, verga del mio furore,
ti mando contro una nazione indegna
per distruggerla!” E quando il Signore
avrà terminato contro chi regna
su Gerusalemme e Siòn, sarà
il tuo turno a ritrovarti l’insegna
sporca nel fango! Infatti Dio ha
detto: ” Con la forza della mia mano
ho agito con la sapienza che dà
la mia intelligenza. Ogni sovrano
ho deposto, saccheggiando tesori
e spostando confini! Un insano
morbo manderò contro gli invasori,
la luce d’ Israele diverrà
un fuoco, divorando tra i bagliori
ogni cosa, e quel che resterà,
d’alberi e rovi, potrà enumerarlo
persino un bimbo con facilità!
Questo farò per voi e vorrò farlo.
Tag: alleanza, antico, assiria, bibbia, ebrei, fede, gerusalemme, grande, isaia, palestinesi, peccato, pentimento, profeta, profeti, profezia, punizione, religione, riscatto, risorgere, sionne, testamento, vaticinio, vecchio, viaggio
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Scritto da: albix in cultura

Dal Capitolo 2 del Vangelo secondo Luca
VV 21-35
Circoncisione e Presentazione del Tempio
“Ogni primo maschio della nazione”
- così è scritto – “sarà sacro a Jahwèh!”
Al tempo della purificazione,
dunque, giusta la legge di Mosè,
Giuseppe e Maria al Tempio Gesù
Condussero in offerta a Chi in Cielo è!
E per donargli, in obbligo e virtù
Una coppia di tortore o colombi,
secondo quanto usavan le tribù!
A Gerusalemme, vecchio di lombi,
stava Simeone, giusto e timorato,
al quale di non vedere i piombi
della morte, era stato preannunziato,
prima che avesse visto il Messia
e che Israele fosse confortato!
Mosso dal Santo Spirito, la via
del Tempio, mentre l’offerta adempievano
i due dell’antica legge giudìa,
ei prese e giuntovi, benedicevano
Iddio le sue parole, abbracciando
Quella Luce nella Quale vedevano
I suoi occhi le genti illuminando,
Per la gloria del popolo Giudeo,
la salvezza che andava preparando
ad ogni popolo. “Or che mi beo
di cotanto, secondo la Parola,
lascia che vada in pace, Santo Teò’,
il Tuo servo!” Ancor si sente e vola,
nelle orecchie stupite di Maria,
la voce di Simeon, cui disse sola:
“ Di molti uomini in questa terra mia,
per la rovina e la risurrezione
Egli è, segno di forte discrasia,
perché esprimano rivelazione
i pensieri di molti animi e cuori!
Ed anche nel tuo cor dello schidione
Udrai della Sua carne i molti fori!”
Tag: attesa, chiesa, circoncisione, cristo, fede, festa, gesu, gioia, luca, maria, novella, predizione, presentazione, profeti, profezia, religione, saggezza, salvezza, Simeone, tempio, vangelo, vecchiaia
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“Ogni primo maschio della nazione”
- così è scritto – “sarà sacro a Jahwèh!”
Al tempo della purificazione,
dunque, giusta la legge di Mosè,
Giuseppe e Maria al Tempio Gesù
Condussero in offerta a Chi in Cielo è!
E per donargli, in obbligo e virtù
Una coppia di tortore o colombi,
secondo quanto usavan le tribù!
Stava a Jerusalem, vecchio di lombi,
Simeone, giusto e timorato,
al quale di non vedere i piombi
della morte, era stato preannunziato,
prima che egli avesse visto il Messia
e che Israele fosse confortato!
Mosso dal Santo Spirito, la via
del Tempio, mentre l’offerta adempievano
i due, dell’antica legge giudìa,
ei prese e giuntovi, benedicevano
Dio le sue parole, così abbracciando
Quella Luce nella Quale vedevano
I suoi occhi le genti illuminando,
Per la gloria del popolo Giudeo,
la salvezza che andava preparando
ad ogni popolo. “Or che mi beo
di cotanto, secondo la Parola,
lascia che vada in pace, Santo Teò’,
il Tuo servo!” Ancor si sente e vola,
nelle orecchie stupite di Maria,
la voce di Simeon, cui disse sola:
“ Di assai uomini in questa terra mia,
per la rovina e la risurrezione
Egli è, segno di forte discrasia,
perché esprimano rivelazione
i pensieri di molti animi e cuori!
Ed anche nel tuo cor dello schidione
Udrai della Sua carne i molti fori!”
Tag: anna, circoncisione, Dio, gesu, giuseppe, jerusalem, maria, presentazione, profezia, Simeone, tempio
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Tratto dal libro delle Odi di Quinto Orazio Flacco, il motto “CARPE DIEM” ha perso nella sua interpretazione popolare, oggi condivisa e corrente, il senso originario che il grande poeta latino gli attribuiva.
A ben vedere, il grande Orazio, che con Novalis potremmo definire il poeta-sacerdote per antonomasia, anticipa nella Ode Undicesima del Libro I dei suoi Carmina in questione, il senso stesso del passo Evangelico di San Matteo (Cap. 6, vv 25-34) con cui Il Messia ci invita a vivere, senza l’angoscia del domani, il giorno presente.
Secondo questa interpretazione il motto “Carpe Diem” non avrebbe nè un contenuto negativo o pessimistico di fronte all’esistenza, nè costituirebbe un invito a godere sfrenatamente dei piaceri, chiudendo gli occhi alla ricerca del vero senso della vita.
La fuggevolezza del tempo (fùgerit invida aetas) e la precarietà dei nostri domani (quam minimum credula postero) devono portarci alla ricerca di una felicità raggiungibile senza l’illusione della speranza di un domani che potrebbe anche non esserci (spatio brevi spem longam rèseces).
Questa di Orazio non è del resto la sola anticipazione di tematiche profondamente religiose (e forse escatologiche) che ritroviamo nel Vangelo.
Si pensi all’ Ode 14 del Volume Secondo dei Carmina (che potremmo chiamare “Eheu fugaces, Postume….), sulla fugacità inarrestabile del tempo, che contiene la mirabile esortazione di Orazio a non accumulare ricchezze sulla terra, in quanto altri più degnamente si troverebbero a goderne (…absumet heres Caecuba dignior….).
Chi non non riconosce nella figura di Postumo, creata dal poeta Orazio, il ricco stolto di cui ai versetti 15-21 del Capitolo 12 del Vangelo di San Luca?
Tag: escatologia, liriche, novalis, orazio, piaceri, poesia, profezia, romanticismo, vangelo
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